Non lo sanno, ma ti hanno fatto un REGALO…
Sei felice. Il tuo midollo osseo è in viaggio e raggiungerà una ragazza di sedici anni. Non la conosci, né la conoscerai. Non lo dici a nessuno, ma ti senti orgoglioso, quasi un piccolo eroe.
I medici, per precauzione, ti hanno imposto di restare una notte in ospedale. Non lo sanno, ma ti hanno fatto un regalo: quella notte allargherà il tuo sguardo.
Le luci basse, il cibo che solo all’ospedale ha quell’odore, le voci soffuse. Cominci finalmente a guardarti intorno e smetterla di girare attorno al tuo ombelico.
I pazienti indossano la mascherina, in un tempo ancora lontano da quando la indosseranno tutti. Quanti bambini! Fatichi a incrociare i loro sguardi. Limpidi e impauriti. Meravigliosi.
Da qui a pochi giorni tu sarai fuori di lì, a sfidare il mare d’autunno o semplicemente a giocare a pallone. Abbassi gli occhi. Se c’è un eroe fra quelle mura, non sei tu.
Un giovane medico, con una montagna di ricci e un sorriso contagioso, ti chiede il permesso di sedersi sul tuo letto. Avete la stessa età. Parlate del vostro futuro e di una birra insieme. Dei figli che non avete. E per quanto non ci possa essere un momento preciso in cui si decida di diventare padri, più avanti nel tempo considererai quei cinque minuti quelli nei quali hai abbandonato la paura di non saper essere un buon padre, accettando l’idea di diventare semplicemente il padre migliore che avresti potuto.
Da quella sera, sentirai nella tua anima un filo rosso e ogni tanto, nei momenti più svariati, ti troverai a pensare a quella ragazza, ai suoi sogni, al colore dei suoi capelli e ti chiederai se per caso un giorno vi siate sfiorati, passandovi accanto, inconsapevoli l’uno dell’altra, in una qualche piazza, in un qualche bar.
E ogni volta proverai un enorme sentimento di gratitudine.
Verso di lei e verso la VITA.
Lamberto Bettini – Donatore effettivo
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Sei felice. Il tuo midollo osseo è in viaggio e raggiungerà una ragazza di sedici anni. Non la conosci, né la conoscerai. Non lo dici a nessuno, ma ti senti orgoglioso, quasi un piccolo eroe.
I medici, per precauzione, ti hanno imposto di restare una notte in ospedale. Non lo sanno, ma ti hanno fatto un regalo: quella notte allargherà il tuo sguardo.
Le luci basse, il cibo che solo all’ospedale ha quell’odore, le voci soffuse. Cominci finalmente a guardarti intorno e smetterla di girare attorno al tuo ombelico.
I pazienti indossano la mascherina, in un tempo ancora lontano da quando la indosseranno tutti. Quanti bambini! Fatichi a incrociare i loro sguardi. Limpidi e impauriti. Meravigliosi.
Da qui a pochi giorni tu sarai fuori di lì, a sfidare il mare d’autunno o semplicemente a giocare a pallone. Abbassi gli occhi. Se c’è un eroe fra quelle mura, non sei tu.
Un giovane medico, con una montagna di ricci e un sorriso contagioso, ti chiede il permesso di sedersi sul tuo letto. Avete la stessa età. Parlate del vostro futuro e di una birra insieme. Dei figli che non avete. E per quanto non ci possa essere un momento preciso in cui si decida di diventare padri, più avanti nel tempo considererai quei cinque minuti quelli nei quali hai abbandonato la paura di non saper essere un buon padre, accettando l’idea di diventare semplicemente il padre migliore che avresti potuto.
Da quella sera, sentirai nella tua anima un filo rosso e ogni tanto, nei momenti più svariati, ti troverai a pensare a quella ragazza, ai suoi sogni, al colore dei suoi capelli e ti chiederai se per caso un giorno vi siate sfiorati, passandovi accanto, inconsapevoli l’uno dell’altra, in una qualche piazza, in un qualche bar.
E ogni volta proverai un enorme sentimento di gratitudine.
Verso di lei e verso la VITA.
Lamberto Bettini – Donatore effettivo
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